Il Pesciolino d’argento Ctenolepisma longicaudata

Articolo a cura del Laboratorio di Entomologia Applicata Agroblu, Rho (MI)

Print page Ctenolepisma longicaudata - immagine Laboratorio Entomologia Applicata Agroblu

Ctenolepisma longicaudata appartiene alla famiglia Lepismatidae, ordine Thysanura, che comprende circa 550 specie di insetti comunemente chiamati “pesciolini d’argento”.

Questi insetti infestano le abitazioni umane in tutto il mondo e la dispersione della specie è strettamente associata all’attività antropica.
I pesciolini d’argento sono molto agili e sono caratterizzati dal corpo di color prevalentemente grigio ricoperto di squame, che conferiscono loro riflessi lucenti. L’aspetto argenteo e il movimento rapido, che richiamano quelli di un pesce, giustificano il loro nome comune.

Dal punto di vista evolutivo sono insetti molto primitivi, atteri (privi di ali), dalla forma allungata e ventralmente appiattita, con occhi piccoli e lunghe e sottili antenne. All’estremità caudale presentano tre lunghi cerci, inoltre le femmine sono dotate di un organo ovopositore allungato a forma di stiletto.

1. MORFOLOGIA
Il corpo di C. longicaudata si presenta screziato, con scaglie di colore bruno e grigio.
Gli insetti di questa specie vengono spesso confusi con Tisanuri appartenenti alle specie Lepisma saccharina (inglese common silverfish) e Thermobia domestica (ingl. firebrat).
Gli adulti di Lepisma saccharina (immagine C) raggiungono dimensioni inferiori rispetto a C. longicaudata (immagine A), arrivando alla lunghezza massima di 10-12 mm.
L. saccharina presenta una colorazione uniforme con riflessi argentei e possiede 3 cerci addominali di lunghezza molto inferiore rispetto a quelli di C. longicaudata (immagine C), dove il filamento centrale è lungo quanto l’intero corpo, come anche le antenne.

Ctenolepisma e Lepisma saccharina -  immagine Laboratorio Entomologia Applicata Agroblu

L’ultimo segmento addominale di C. longicaudata è più corto rispetto a quello di L. saccharina, che inoltre possiede inoltre un numero decisamente inferiore di setole su capo e torace.

La distinzione tra C. longicaudata e T. domestica risulta più difficoltosa e si basa sulla presenza di una colorazione del corpo più scura e sulla differente posizione delle setole.
La forma e la posizione di setole e cerci caudali costituisce un carattere distintivo utilizzato per la certa classificazione.

2. BIOLOGIA
C. longicaudata, come tutti gli appartenenti all’ordine Thysanura, non compie metamorfosi: lo sviluppo postembrionale è caratterizzato da un elevato numero di mute. Gli individui che emergono dalle uova sono simili agli adulti e subiscono un accrescimento graduale, aumentando le dimensioni del 10-25% ad ogni muta (in condizioni ottimali). Il tempo trascorso tra una muta e l’altra è molto variabile e dipende dalla temperatura ambientale e dalla disponibilità di cibo.

Nel corso della vita un Tisanuro può subire anche più di 70 mute, dato che dopo aver raggiunto la maturità sessuale continua a mutare ed accrescersi e vive per 2 o 3 anni. Le forme giovanili sono molto simili a quelle adulte ma hanno tegumenti più chiari. Raggiungono la maturità sessuale dopo almeno 14 mute, in due o tre anni dalla schiusa, in dipendenza delle condizioni ambientali.
Se posto in condizioni favorevoli, il corpo dell’insetto può raggiugere 18 mm di lunghezza, escludendo le antenne, anche se mediamente la lunghezza degli adulti si aggira attorno ai 12 mm. In condizioni ambientali avverse, gli individui possono svilupparsi con un tasso di accrescimento ridotto e gli adulti risultano di dimensioni inferiori a quelle sopra descritte.

Gli adulti dei due sessi presentano dimensioni simili e si differenziano soltanto mediante l’attenta osservazione dell’estremità terminale dell’addome: sul lato ventrale le femmine hanno un’apertura a forma di V e un organo deputato alla deposizione delle uova a forma di stiletto, mentre il maschio presenta un’apertura a forma di U con dimensioni inferiori.

Le uova vengono deposte in gruppi da 2 a 20, a circa 3 mm di profondità all’interno di fessure, crepe ed anfratti protetti. La loro schiusa è molto lenta, in quanto a temperatura ambiente (20-22°C) avviene in circa 2 mesi. Studi di laboratorio hanno dimostrato che in condizioni favorevoli una femmina è in grado di deporre fino a 50 uova all’anno.
C. longicaudata non presenta differenze legate alle stagioni nel tasso di deposizione; pertanto, all’interno delle abitazioni infestate, la popolazione presenta una crescita stabile e costante durante l’anno.

Uova di C. longicaudata

Uova di Ctenolepisma longicaudata -  immagine Laboratorio Entomologia Applicata Agroblu

L’optimum di temperatura per sopravvivenza e sviluppo è tra 20 °C e 26 °C; sotto i 20 °C il ciclo vitale si allunga poiché aumenta il tempo trascorso in ciascuno stadio. Lo sviluppo si arresta a temperature sotto i 16°C, ma mentre gli stadi giovanili muoiono dopo solo poche settimane a 10°C, l’insetto adulto sopravvive anche a temperature vicine a 0°C. Il ciclo vitale si accorcia a temperature fino a 30°C, mentre
tra 30°C e 35°C si osserva una diminuzione della sopravvivenza. Gli insetti sopravvivono solo poche ore sopra i 40°C.
Possono sopravvivere fino a 250-300 giorni senza cibo né acqua, poiché sono in grado di reintegrare il contenuto di acqua corporea senza bere, ma assumendo liquidi dal vapore acqueo. C. longicaudata
riesce a vivere in ambienti che presentano almeno il 60% di umidità, mentre in ambiente secco muore entro un mese.
Tra le tre specie di Tisanuri più comuni, C. longicaudata è quella meno influenzata dal tasso di umidità, in quanto riesce a sopravvivere per qualche settimana in ambienti con tassi tra il 45% e il 55%. Tuttavia,
il suo optimum di sopravvivenza e sviluppo si ha quando l’umidità ambientale supera il 55%.

Ctenolepisma longicaudata frequenta spesso le abitazioni, dove si nutre di un ampio spettro di substrati, quali sostanze zuccherine, colle amidacee, alcuni tessuti, carta di vecchi libri, carta da parati, carta velina, ma anche detriti alimentari presenti all’interno delle cucine.
Si rinviene anche all’interno di magazzini di conservazione delle derrate, dove si nutre di sostanze amidacee e delle spoglie di altri insetti. Laboratorio di Entomologia Applicata Agroblu, Rho (MI)

3. ALIMENTAZIONE E ABITUDINI
Nonostante sia in grado di digerire la cellulosa, la dieta di C. longicaudata non può essere unicamente costituita di materiale cartaceo, in quanto l’insetto necessita di una fonte proteica (come, ad esempio, altri insetti morti) per svilupparsi e riprodursi.
Ctenolepisma longicaudata frequenta spesso le abitazioni, dove si nutre di un ampio spettro di substrati, quali sostanze zuccherine, colle amidacee, alcuni tessuti, carta di vecchi libri, carta da parati, carta velina, ma anche detriti alimentari presenti all’interno delle cucine.
Si rinviene anche all’interno di magazzini di conservazione delle derrate, dove si nutre di sostanze amidacee e delle spoglie di altri insetti. Nell’ambiente naturale si ritrova invece all’interfaccia tra suolo e vegetazione, ad esempio sotto alla corteccia distaccata di piante morte, sotto alle rocce o in altri svariati luoghi bui e riparati (come anche in termitai e formicai), dove cerca rifugio.
In natura si alimenta di alghe, muschi e licheni, polline o altri materiali vegetali; può comportarsi come detritivoro e contribuire alla decomposizione e al riciclo di nutrienti.
L’insetto frequenta luoghi poco illuminati e gli ambienti più umidi delle abitazioni, quali bagni, cantine e soffitte e ha abitudini notturne; durante il giorno viene solitamente ritrovato in anfratti bui, come ad esempio dietro ai mobili, le librerie, sotto a differenti oggetti e in piccoli pertugi.
Durante la notte può percorrere lunghe distanze alla ricerca di cibo, ma quando trova una fonte di nutrimento tende a rimanere nelle sue vicinanze.

4. DANNI
I diversi substrati attaccati, principalmente materiali cartacei, cibo secco e tessuti quali cotone e lino, sono danneggiati dall’apparato boccale masticatore di questo insetto. Lana, seta e pellicce sono solo raramente ingerite. I danni meccanici arrecati sono di limitato interesse economico, escludendo quelli a carico di vecchi libri, che lo rendono un importante infestante nelle istituzioni del patrimonio culturale come biblioteche, archivi e musei, dove collezioni d’arte e oggetti di grande valore possono essere irrimediabilmente danneggiati.

Ctenolepisma longicaudata su cartone -  immagine Laboratorio Entomologia Applicata Agroblu
Alcuni insetti possono causare reazioni allergiche, soprattutto in risposta a morsi o punture, ma anche in seguito a ingestione o inalazione di proteine di insetto. Gli allergeni presenti negli escrementi e nelle diverse parti dell’insetto possono contribuire al peggioramento dei sintomi asmatici. Anche i pesciolini d’argento potrebbero causare reazioni allergiche con il rilascio di esuvie, escrementi, setole e scaglie nell’ambiente, tuttavia in letteratura non è ancora stata dimostrata alcuna correlazione diretta.

5. DIFESA
Nei confronti di questo insetto non è sempre necessario prendere particolari provvedimenti di lotta, ma occorre ridurre le condizioni ambientali che ne favoriscono la proliferazione, abbassando ad esempio l’umidità dei locali e rimuovendo tutte le sostanze che possano fungere loro da substrato.
Qualora la sua invadenza all’interno delle abitazioni divenga importante, si può intervenire con trattamenti insetticidi.

6. DISTRIBUZIONE
E' specie cosmopolita, diffusa in tutti i Continenti.

Laboratorio di Entomologia Applicata Agroblu

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